DAL
CARBONE VEGETALE AL CARBON COKE
Utilizzo del
carbone in
Inghilterra, durante la Rivoluzione Industriale
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| Mentre
l'uomo stava facendo degli esperimenti col fuoco gli venne
un'ispirazione: egli scoprì che bruciando parzialmente la legna si
otteneva un combustibile [G]
migliore di essa; la combustione [G]
lenta della legna eliminava l'acqua e dava origine ad un carbone
quasi puro. L’uso del carbone nel riscaldamento e nella cucina
risaliva in Inghilterra a un’epoca anteriore alla rivoluzione
industriale ed era stato stimolato dal progressivo esaurimento delle
risorse forestali anche per la crescente richiesta di legno per le
costruzioni navali. |

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Sorse la necessità di
trovare un'alternativa al carbone di legna.
Già dal tempo dei Romani si conoscevano delle piccole pietre, di cui il
sottosuolo inglese era ricco, che bruciavano facilmente, ma dato che non
c'era mai stato bisogno di utilizzarle non le provò mai nessuno. Ora,
spinti dalla necessità, gli inglesi invece decisero di sfruttarle. Uno
dei primi luoghi in cui fu preso il carbone
fossile fu lungo la foce di un fiume scozzese, per questo motivo,
all'inizio, veniva chiamato "carbone marino". |
| Già
all’inizio del Seicento il consumo pro-capite di carbone in
Inghilterra si valutava intorno ai 200 kg all’anno, cifra raddoppiata
nel corso dei successivi 100 anni e passata a 800 kg verso il 1750. Più
lenta fu invece la penetrazione del carbone nelle attività industriali,
spesso danneggiate dall’eccessivo calore e dai gas liberati durante la
combustione. Un altro elemento che aveva frenato lo sviluppo dei bacini
carboniferi era stato l’eccessivo costo di trasporto: bastava un
percorso di meno di 15 km per far raddoppiare il prezzo del carbone. Le
miniere di carbon fossile, invece, si trovavano in Inghilterra un po’
dappertutto e presto i proprietari terrieri in cui esse erano dislocate
si resero conto che esisteva una forte domanda di carbone, frenata
unicamente dall’alto costo del trasporto. Il sistema stradale inglese
era pessimo, ma tra il 1750-1780 si fecero molti sforzi per
migliorare le strade e si riuscì a evitare che un viaggio di 400 km
fosse un’avventura massacrante e a ridurne la durata da 6 a 3 giorni.
Il carbone era però troppo pesante e voluminoso per essere trasportato
su strade carrozzabili; fu quindi solo la messa in opera di una rete
artificiale di una navigazione interna (canali)
che consentì all’Inghilterra di fare passare la propria produzione
fra il 1750 e il 1800 da 5 a13 milioni di tonnellate annue (da 0,8 a 1,4
tonnellate pro-capite), tenendo quindi il passo con l’aumento della
popolazione. Il primo canale inglese fu scavato fra il 1759 e il 1761 e
misurava 11 km; 40 anni dopo la rete dei canali aveva già superato la
lunghezza complessiva di 1000 km, consentendo tra l’altro il rapido
sviluppo del bacino del Lancashire. |
| Data la
forte richiesta, ben presto si esaurirono gli strati superficiali delle
miniere: bisognava scavare in profondità, ma
l'acqua sotterranea rallentava il lavoro e provocava disastri. |

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Fu allora che gli
inventori misero a punto i primi modelli di macchina che utilizzavano il
vapore (ricordiamo Savery, Newcomen
e Watt) per estrarre l'acqua in modo più
efficace.
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| Ben
presto la Gran Bretagna divenne il più grande produttore di carbone del
mondo e i cittadini ne rimasero quasi affumicati. |

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| La
fusione dei minerali di ferro con il carbone fossile però, a causa
delle sue impurità, rendevano il ferro fragile e quindi inutilizzabile.
La soluzione a questo problema la trovò l'ingegnere Coke che, mediante
un processo di "distillazione distruttiva",
trovò il modo di eliminare le impurità del carbone fossile. Abraham
Darby 1°, nel 1709 nella valle del Severis, operò la prima fusione del
ferro con il carbon Coke in sostituzione del tradizionale carbone
di legna. |