ISTITUTO
COMPRENSIVO C. BASSI CASTELBOLOGNESE SCUOLA
MEDIA UNGARETTI SOLAROLO PROGETTO
SCIENTIFICO: CURRICOLO TERRA-TERRA A.S.2003/2004
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4)
Interpretazione dei risultati e conclusioni in chiave di sintesi
rispetto al problema della ricerca. Lo scopo del progetto era quello di
avvicinare gli studenti al metodo scientifico facendo in modo che
imparassero a saper
fare. Come si vede dagli obiettivi cognitivi specifici, dai problemi, e dai documenti i nodi concettuali erano quelli di solito affrontati nelle scienze (per comodità di lettura li ripeto). Dal punto di vista scientifico:
Dal punto di vista matematico: Relazioni fra grandezze.
Il
saper
fare
che deriva da esperienze come queste sul piano degli studenti dovrebbe essere
imparare a guardare i fenomeni cogliendo le grandezze in gioco, senza lasciarsi
distrarre da fattori collaterali che non determinano il fenomeno,
individuando le variabili. Imparare
cioè a progettare esperienze che convalidino o meno l’ipotesi e saper
discutere l’ipotesi. Il
docente invece è indotto a condurre il lavoro nel seguente modo: osserva
gli studenti e indaga sulle misconoscenze e preconoscenze attraverso
test facili scritti o orali, e in base ad esse progetta percorsi
didattici in questo caso basati su sequenze di esperimenti. Successivamente
effettua con discussione o per iscritto altre indagini e tara poi il
lavoro didattico sulla base delle risposte ottenute.
Soprattutto correggendo le relazioni scientifiche ci si rende
conto dalle conclusioni tratte di come , anche a seconda del livello
scolare, prevale l’osservazione. Il fenomeno viene osservato ma solo
una metà degli allievi sta attento al fatto che la conclusione dovrebbe
essere la convalida dell’ipotesi se il ragionamento è stato corretto,
oppure dovrebbe metterla in discussione e portare ad una nuova ipotesi
da verificare se il ragionamento non ha tenuto conto di fenomeni che
interferiscono o di altre variabili. Gli allievi all’inizio si comportano
come nella relazione allegata al punto 3 della documentazione prodotta. Poi in una indagine formativa
successiva (scuola media) invece progettano semplici esperienze per
provare come i fattori individuati come variabili incidono sul
comportamento del termoscopio (circa il 50-60%di essi). Soprattutto
questo avviene in brain-storming quindi in una situazione difficile da
tabulare. Il concetto di temperatura e quello di calore
sono fra i più difficili da acquisire nell’ambito degli studi medi.
Come si vede dai lavori citati nel progetto e pubblicati nell’ambito
del SENIS all’inizio molti alunni dopo aver fatto su richiesta del
docente un’indagine sull’uso dei termini nel linguaggio naturale e
essere stati indotti a riflettere sulla loro esperienza quotidiana (le
sorgenti di calore in cucina, nella vita quotidiana, il fuoco, il
sole….) dicono che sono la stessa grandezza, altri affermano che sono
grandezze diverse ma legate , altri ancora che sono grandezze
indipendenti. Dopo aver condotto esperienze come
quelle descritte nella relazione allegata al punto 3 del rapporto di
ricerca (sull’equilibrio termico) utilizzano i termini temperatura e
calore in situazione in modo corretto e risolvono quesiti matematici
relativi alla temperatura di equilibrio di un miscuglio di due sostanze
aventi masse e temperature diverse. Nell’ambito di Materia e proprietà gli studenti che (tutti o
quasi) non individuavano la materia definendo i corpi e le proprietà
fondamentali che li contraddistinguono, al termine del percorso anche
dopo aver eseguito esperienze da loro proposte (solo il 20% ha proposto
esperienze pensate allo scopo di sostenere una determinata ipotesi) sono
in grado di definire operativamente peso e volume di indicare gli
strumenti e di usarli e rispondono a quesiti nei quali non confondono le
due grandezze.
Il progetto che riguardava le classi
seconde sulle trasformazioni in particolare la combustione che vuole indagare sulla composizione della materia è
stato progettato a tavolino e la sua realizzazione poco si discosta
dall’elenco di lezioni sperimentali previste. Come si vede molto chiaramente nella
lezione 8 allegata, la difficoltà sperimentale della dimostrazione
della legge della conservazione della massa nelle reazioni chimiche
richiede un itinerario guidato dall’insegnante per indurli a formulare
un’ipotesi che non è immediatamente spontanea. Tuttavia anche in
questo modo il conseguente atteggiamento degli allievi è quello tipico
di chi è arrivato per scoperte successive e quindi fa proprio il
bagaglio culturale. Ma soprattutto trae da questa esperienza il saper
indagare che era lo scopo del progetto. Le classi terze invece hanno
semplicemente navigato il CD del SeT La macchina a vapore ed hanno
approfondito alcuni aspetti relativi ai fenomeni scientifici. Come risulta dai test effettuati sulle
preconoscenze e da quelli effettuati dopo aver navigato il CD le
conoscenze e le competenze
hanno subito miglioramenti sostanziali. Tuttavia in questo caso,
contrariamente al percorso previsto per le classi prime e seconde, la
sequenza era molto più rigida. Gli allievi hanno fortemente manifestato
essendo indotti a leggere lavori sperimentali eseguiti da altri prima di
loro, l’esigenza di effettuare un percorso sperimentale non virtuale o
descritto ma reale. L’esperienza condotta ed allegata
sul peso dell’aria ha dato risultati molto buoni. La dimostrazione che
l’aria ha un peso che in determinate condizioni è misurabile e la
relazione fra pressione e peso ha dato a diversi allievi una nuova
disinvoltura nel parlar di pressione e ha finalmente fatto considerare
l’aria un corpo (cosa
che sembra banale ma per i giovani studenti non lo è affatto). Riassumendo
: Rispetto al percorso indicato sono
state poche le modifiche apportate sulla base delle risposte degli
studenti. I risultati osservati con le valutazioni finali e soprattutto
con la correzione delle relazioni scientifiche, che ribadisco, a mio
avviso sono un modo di valutare il percorso piuttosto che l’allievo (
e questo è molto importante) sono stati complessivamente quelli attesi
e li definirei buoni. Nel progetto erano indicati gli
indicatori di valutazione che per comodità di lettura riporto e
commento sulla base dei risultati: Dati oggetto di rilevazione
Sono
stati valutati i seguenti indicatori sugli alunni: comportamentali ·
assunzione di
responsabilità ·
diligenza e puntualità
nelle consegne ·
collaborazione con
coetanei e adulti cognitivi(legati più al saper fare
che al conoscere) 1.
uso corretto degli
strumenti 2.
capacità di costruire
grafici 3.
capacità di elaborare
dati 4.
riflessione critiche
sulla validità dei dati raccolti 5.
risposta corretta ad
item finali strutturati per verificare le conoscenze e le abilità
acquisite 6.
comportamento nella
formulazione di ipotesi ed esecuzione di esperimenti Gli indicatori comportamentali hanno
dato risultati sostanzialmente modificati nell’ambito del progetto
rispetto alle altre discipline o a comportamenti precedentemente
rilevati nelle scienze matematiche. I lavori inerenti il progetto
venivano puntualmente consegnati e c’era collaborazione all’interno
dei gruppi per la buona riuscita dell’esperienza. |
Alcune riflessioni Non sempre c’è
relazione tra metacognizione e prestazione … Si legge nei rapporti di ricerca sulla
didattica metacognitiva. Infatti uno studente sceglie a volte strategie
anche non esatte per quel problema anche se è consapevole del limite di
esse per fattori che sfuggono al docente. Tuttavia una maggior
consapevolezza dei metodi che si usano migliora l’apprendimento. La didattica utilizzata è forse più
quella di tipo metacognitivo che quella dei concetti. Nel laboratorio si
passava molto più tempo a fare e a progettare o formulare ipotesi che
non a studiare e a verificare conoscenze. Se questo abbia aumentato la
consapevolezza degli allievi e la loro abilità nel risolvere problemi
è forse presto per dirlo, perché si utilizzano queste competenze nel
tempo; l’atmosfera che si veniva a creare era comunque secondo tutti
gli insegnanti più collaborativa ed efficace e le memorie riguardo alle
esperienze svolte molto più pronte che non su altri aspetti del sapere. |