Microclima

 

(Art. 33 6 e 7 del d.lgs.626/94 - Art. 9 del D.P.R. 303/56)

I fattori microclimatici ambientali, insieme all'impegno fisico svolto, condizionano l'uomo quando lavora che può provare sensazioni di benessere, sensazioni di disagio (discomfort termico), passare ad  attività di controllo termico mediante sudorazione, più o meno accentuata, fino ad  ad arrivare a vere e proprie condizioni di malessere grave (stress da calore).

Nell'analisi del microclima degli ambienti di lavoro occorre garantire il comfort o il benessere climatico e mantenere la temperatura corporea entro i limiti da 36,8°C a 37,4°C.

Bisogna considerare comunque che una situazione climatica può risultare buona e/o normale per la maggior parte dei lavoratori che occupano uno stesso ambiente, mentre può risultare inadeguata o generare disagio per una minoranza.

Elenco dei parametri fisici che determinano il microclima:

Il D.P.R. 412 del 26/8/ 93 stabilisce, per gli impianti termici, i periodi annuali di esercizio, la durata giornaliera di attivazione per zona climatica ed i valori massimi di temperatura (18°C e 22°C). Per gli impianti di condizionamento, nei periodi nei quali è necessaria la refrigerazione dell'aria, la differenza di temperatura tra l'interno e l'esterno deve essere 7°C. Vengono però concesse deroghe del periodo annuale di esercizio e della durata di attivazione alle scuole materne e all'asilo nido.

Nei locali chiusi è necessario che i lavoratori dispongano di aria sana, garantendo una sufficiente aerazione naturale o artificiale mediante impianti di climatizzazione; sono da evitare comunque le correnti d'aria.

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