IL NUOVO VOLTO DELLE CITTA' |
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La
città industriale si sviluppò in forma diversa rispetto alle città
medievali e del 500. La struttura urbana e la dislocazione degli edifici
ubbidivano alla logica produttivistica dell'industrialismo capitalista:
al centro i quartieri degli affari, lungo i fiumi le fabbriche, intorno,
a corona, i sobborghi-dormitorio degli operai, sparse in posizione
strategica le caserme per il controllo dell'ordine pubblico. Lo stile di vita cambiò completamente, ma le città non erano strutturate in modo da ricevere un numero sempre crescente di abitanti. All'incremento demografico urbano non corrispose un adeguato sviluppo urbanistico: vennero occupati tutti gli spazi liberi (piazze e giardini compresi) e costruiti nuovi quartieri formati da una massa disordinata di edifici con strade strette, contorte e sporche, quasi sempre prive dei più elementari servizi igienici. Gli operai abitavano anche in cantine (cellars) con una sola finestra chiusa da sbarre. Le case erano abitate dalle cantine sino alle soffitte, e spesso in una sola stanza si affollavano tre generazioni. Tuttavia, nonostante le pessime condizioni degli alloggi, gli affitti erano altissimi a causa dell'enorme richiesta, conseguente al continuo afflusso di lavoratori che abbandonavano la campagna per la città. |
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Alcuni dati demografici |
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